Un’introduzione dal punto di vista pediatrico
Rudolf Steiner, fondatore dell`antroposofia e la Dott. ssa Ita Wegman, medico e fondatrice della Ita Wegman Klinik ad Arlesheim, Basilea, hanno creato la medicina antroposofica negli anni 20 dell`ultimo secolo. Fin dall`inizio hanno sottolineato che la medicina antroposofica è un ampliamento della medicina ufficiale e viene elaborata da „medici veri e propri“, cioè da medici che hanno fatto una formazione universitaria medica classica.
Il primo libro „Grundlegendes für eine Erweiterung der Heilkunst“ (Elementi fondamentali per un ampliamento dell`arte medica) lo esprime chiaramente.
Uno dei pensieri di base è che l`essere umano è un essere fisico, animico e spirituale. Questo fatto è fondamentale sia nella pedagogia, sia nella medicina. Nella medicina vuol dire che un disturbo fisico serio non può essere considerato solo come un difetto dell`organsimo; è molto di più. Se guardiamo bene l`essere umano possiamo costatare che é costituito di tre parti:
-una parte neuro-sensoriale
-una parte ritmica
-una parte metabolica e degli arti.
La parte neuro-sensoriale ha il suo centro nel cervello, ma certamente abbiamo tantissime cellule e processi nervosi in tutto il corpo. Questa parte dà il fondamento fisico per lo sviluppo del pensare.
Il centro della parte ritmica lo troviamo nella parte mediana del nostro corpo; vi troviamo il cuore e i polmoni con i loro processi ritmici, e se troviamo processi ritmici in tutto l`organismo. Questa parte ci dà la base fisica per la qualità animica del sentire.
La parte metabolica e degli arti dell’essere umano è concentrata della nostra digestione, anche qui tenendo conto che i processi metabolici li troviamo ovunque. Questa parte ci dà il fondamento fisico per la qualità del volere, dell’attività fisica e in generale del movimento.
Alcuni esempi:
-una bambina di 5 anni soffre di otiti recorrenti. Ogni 4 settimane la bimba sta male ha la febbre altissima. Guardando con gli occhi della medicina ufficiale percepisco questa infiammazione a livello dell`orecchio che devo affrontare anche perchè la bambina soffre molto. Quindi verranno prescritti sempre gli antiinfiammatori e antidolorifici (dafalgan, algifor...) e quasi sempre l`antibiotico. Il risultato è fantastico perchè in pochissimi giorni la bambina è „guarita“. Ma lo è veramente? Io dico di no; perchè?
Se guardo la situazione delle orecchie dopo la suddetta terapia verifico, una o due settimane più tardi, che l`orecchio rimane un po`rosso; l`infiammazione non è completamente passata. Questo ha delle consequenze:
ho soppresso l`infiammazione in corso, ma la bambina non l`ha superata completamente, cioè non è ancora completamente guarita. Con il prossimo raffreddore una ricaduta è molto probabile e in realtà capita spesso così.
Se guardo questa situazione dal punto di vista medico antroposofico so che:
un’otite è un processo infiammatorio, ma anche metabolico, che avviene in un posto sbagliato. Questo perchè l`orecchio come organo fa parte del sistema neuro-sensoriale e non dovrebbe mutare in un organo metabolico. Per curare questo fatto quindi mi devo rendere conto della situazione metabolica in tutto il corpo e curarla. I processi metabolici in questa bambina non sono in equilibrio.
La cura consiste quindi da un lato nell’accompagnare la situazione infiammatoria nell`orecchio e dall’altro nel sostenere la situazione metabolica in tutto l`organismo. E questo accompagnamento va fatto per diversi mesi, quindi anche nel periodo in cui la bambina sta bene e sembra sana.
Un altro esempio: un ragazzo di nove anni fa fatica di concentrarsi a scuola. É molto irrequieto, crea parecchia confusione, sembra che non conosca regole. È un problema per tutti in classe, maestri e bimbi. Era sempre stato un po’ così, ma negli ultimi mesi la situazione si è notevolmente aggravata.
Tante cause potrebbero spiegare un tale comportamento. Quindi bisogna fare una anamnesi dettagliata sia del presente, sia del passato. Ovviamente il bambino sta vivendo una crisi e sicuramente non sta bene. Ora sono importanti alcuni dati di fatto:
bisogna prendere il bambino sul serio e fargli capire che vogliamo aiutarlo.
Sarebbe utile poter parlare con entrambi i genitori, anche se sono separati, per cercare di trovare una soluzione: già questo interesse aiuta notevolmente il bambino!
Non c’é una colpevolizzazione: si guarda cioé in avanti. Si riflette sul passato solo per poter capire la dinamica e trovare una via di uscita per questo bambino.
Guardando questo fatto alla luce delle conoscenze antroposofiche sappiamo che verso i nove anni i bambini lasciano una gran parte della loro infanzia (Rubicone), maturano ed entrano in una nuova fase. Questo comporta un aumento di coscienza da una parte, ma anche un aumento di sensibilità, sospetto verso le proprie radici, senso di solitudine e a volte paura.
Le cause scatenanti di un tale comportamento possono essere diverse e magari viste come eventi irrilevanti dall`esterno. Certamente anche crisi di famiglia o a scuola possono essere all’origine di un tale comportamento.
Le domande per affrontare un caso simile servono innanzitutto per distinguere se si tratta di una vera patologia che va indagata anche fisicamente oppure se si tratta piuttosto di una crisi biografica. A volte dobbiamo valutare se cominciare ad aiutare il bambino subito oppure aspettare qualche tempo per vedere come si sviluppa la situazione.
Domande possibili:
-il bambino ha dei problemi di comprensione a scuola e anche a casa?
-ci sono problemi di saluti (vista, udito, stanchezza, mal di testa)?
-com’è il comportamento a casa e con gli altri membri della famiglia inclusi i nonni ora e nel passato?
-la vita familiare è tranquilla? Ci sono prolemi gravi (separazione, litigi forti, problemi di salute o economici)?
-viene curato un ritmo giornaliero, esiste una cosidetta „vita familiare“?
-qual’é la misura dell`uso dei media (TV, internet)?
-quando il bambino si interessa molto ad una cosa, riesce poi a concentrarsi bene?
Il gruppo sostegno – un’istituzione importante per una scuola
Nella nostra scuola abbiamo la fortuna di avere un gruppo sostegno che si occupa dei bambini che ne hanno bisogno.
Quando un bambino ha delle difficoltà di comprensione, di concentrazione o di comportamento il maestro presenta il problema al gruppo sostegno. Possibilmente il medico scolastico e/o l’insegnante di sostegno, nel nostro caso Sophia Contino, fanno un’ospitazione in classe per rendersi conto della dinamica.
Poi la situazione viene discussa nel gruppo sostegno che si incontra regolarmente. Lì si decide come andare avanti: aspettare qualche mese o consigliare un incontro individuale con il medico scolastico o con la maestra Sophia? Un approccio terapeutico potrebbe consistere in una cura antroposofica-omeopatica, un accompagnamento con la maestra Sophia, un ciclo di euritmia curativa o di ergoterapia.
Per realizzare il miglior accompagnamento per i bambini abbiamo bisogno di una buona collaborazione con i genitori. La collaborazione tra i genitori, il maestro di classe e i membri del gruppo sostegno é la base per accompagnare i bambini nel migliore dei modi.
Il gruppo sostegno ha quindi il compito di accompagnare i bambini che ne hanno bisogno. I suoi membri hanno una formazione professionale medica o pedagogica che include la conoscenza approfondita delle tappe evolutive del bambino; questo dà una base solida per poter individuare se il problema é biografico e va visto nel contesto dello sviluppo individuale oppure se si tratta di un aspetto di tipo patologico che va indagato ulteriormente. I membri del gruppo sostegno collaborano strettamente con degli esperti se la causa é di tipo patologico.
Dott. Michael J. Seefried, medico scolastico
Minusio-Zurigo, gennaio 2015